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Checklist per Facebook Ads

Perché ti serve una checklist? Sei hai già fatto Facebook Ads per diversi business e su diversi account ormai lo sai: la parte che richiede più tempo ed effort è senza dubbio il setup iniziale.

Bisogna analizzare lo storico e cercare di capire cosa ha funzionato fino a quel momento (e quindi preservato) e cosa invece va modificato per migliorare le prestazioni.

Facile a dirsi ma per account complessi che spendono molto può essere davvero complesso.

Ecco che entra in gioco un semplice quanto efficace strumento che ti consente di risparmiare tempo ed energie aumentando in contemporanea anche precisione e qualità dell’analisi.

Già lo sai, parlo di una classica checklist.

Perché usare una checklist

Le checklist sono uno strumento estremamente sottovalutato anche perché costruirne una efficace non è semplice.

Se riesci a strutturarla in modo corretto il risultato è però davvero sorprendente.

Una buona checklist di consente di:

  • Essere più preciso ed evitare di dimenticare parti fondamentali dell’analisi
  • Porti le domande giuste per poter quindi generare insight davvero utili
  • Procedere con ordine ed efficienza senza saltare passaggi
  • Ottimizzare i tempi e i risultati

Se continui a leggere scoprirai come crearne una che faccia al caso tuo.

Come costruire una checklist per Facebook Ads

Nel costruire una checklist efficace non ci sono molte regole.

Anzi, a dire il vero ce n’è solo una.

Partire dalle basi per poi rendere i check sempre più specifici.

E questo vale anche nel caso in cui devi costruirne una per analizzare un account pubblicitario su Facebook che non hai mai visto prima.

Quindi, ti sorprenderà saperlo ma non partire dall’account. Anzi, il business manager sarà proprio una delle ultime cose che aprirai.

Ecco le macro sezioni della checklist che utilizzo io:

  • Comprensione della tipologia di business
  • Analisi del mercato in cui è inserito
  • Prova di un processo di acquisto
  • Analisi account Google Analytics
  • Check tracciamenti
  • Analisi dell’account pubblicitario

Vediamole una per una.

Tipologia di business

Ti suonerà banale e scontato ma questo errore lo fanno davvero in tanti. Non tutti i business hanno le stesse logiche e di conseguenza Facebook Ads avrò ruoli diversi.

Non parlo solo della classica distinzione tra Saas, ecommerce, infoprodotti etc.

Chiaro che la lead generation viene approcciata in maniera diversa da un’ecommerce ma le differenze non si limitano a questi aspetti.

Ecco cosa devi chiederti:

  • Il prodotto/servizio è high ticket? Rientra nella categoria degli acquisti di impulso?
  • Ci sono possibilità di acquisti ricorrenti? Con quale frequenza sono possibili?
  • Esistono fonti di revenue secondarie che possono essere sfruttate?
  • Il modello è ad abbonamento o acquisto one-shot?
  • Che margini ci sono al primo acquisto?
  • C’è una forte stagionalità?

Questo ti servirà a capire sin da subito quali sono le logiche alla base del business e adattarti di conseguenza nell’elaborazione di una strategia di media buying che risponda in modo personalizzato alle esigenze.

Analisi del mercato

Devi passare ora a guardare chi sono i competitor e come è strutturato il tuo mercato.

Prova a chiederti:

  • Il business opera su più country?
  • Chi sono i brand top of mind del settore?
  • Qual è il loro posizionamento?
  • Come si posiziona il business all’interno del settore?
  • Quali canali sono presidiati dai competitor?
  • Che tipo di messaggi utilizzano? (fai l’analisi con Ads Library)

L’ideale sarebbe costruirsi una matrice di posizionamento sulla base delle risposte a queste domande. Ma anche senza esagerare, rispondere ti consentirà di capire chi è il brand, a chi comunica, quale bisogno risolve e che messaggi dovrebbe mandare.

Testa un processo d’acquisto

Questo è uno degli step più sottovalutati e non capisco perché. La pretesa di essere in grado di fare advertising su un qualcosa che non si è mai provato ad acquistare mi è molto difficile da comprendere.

Se non hai la minima idea di come funziona il processo di acquisto e quali sono i suoi step come puoi pensare di riuscire a strutturare l’account in maniera efficace?

Prova a portare a termine diversi acquisti utilizzato path differenti dal sito e dalle ads che già stanno girando.

Ti farai subito un’idea chiara di quali sono i passaggi veramente importanti, dove sono collocati eventuali colli di bottiglia o frizioni e di conseguenza quali eventi mappare lungo tutto il funnel.

Bonus tip: fai questi processi con pixel helper e tag assistant alla mano per vedere se gli eventi scattano come ti aspetti o ci sono sorprese particolari.

Analisi Google Analytics

Sembra scontato ma anche qui molti non riescono a capire il valore di questo tool. Fare Facebook Ads guardando solo i dati dal business manager è come cercare di vendere ghiaccio agli eschimesi.

Totalmente inutile.

Facebook ormai ha persona una marea di dati. Il tracking non potrà mai essere preciso come pre IOS 14.5 e la riduzione dei segnali si fa sentire non solo a livello di algoritmo ma anche di possibilità di analisi.

Oltretutto fermarsi a un solo modello di attribuzione è davvero limitante.

Ecco quindi un po’ di cose da chiederti:

  • Quali sono le fonti di traffico principali? A questa se ne collegano altre come:
    • Quando pesa il traffico da canali con dati di prima parte come mail o sms?
    • Ci sono altri canali (oltre a Facebook) che lavorano su domanda latente?
    • Puoi vedere tra le fonti delle campagne di influencer marketing?
    • Quanto pesa il traffico SEO?
    • C’è molto traffico direct?
  • Come si comportano gli utenti delle diverse fonti di traffico?
  • Qual è il time to buy dalla prima visita?
  • Qual è il tasso di racquisto?
  • Quali sono i colli di bottiglia nel funnel?
  • Quale ruolo gioca Facebook Ads all’interno dello stesso?

Per rispondere a fondo all’ultima ho scritto un articolo tempo fa su come analizzare le assisted conversion.

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Già solo rispondendo a tutto questo avrai un’idea chiara dello stato attuale del business e del ruolo che Facebook gioca all’interno del funnel.

Su cosa sta funzionando e cosa no.

Ancora prima di aprire il business manager.

Check tracciamenti

In parte lo hai fatto provando un processo di acquisto ma ora è il momento di andare nel dettaglio.

  • Dalla gestione eventi noti qualche dato incongruente?
  • Sono state date le priorità agli aventi aggregati?
  • Sono presenti le Conversion API?
  • Viene fatta deduplica?

E soprattutto: hai qualcosa che ti fa pensare di non star tracciando tutto come dovresti?

Il tracciamento corretto è chiaramente alla base. Se quello non funziona tutto il resto non serve a nulla. Assicurati che sia in bolla.

Analisi dell’account pubblicitario

Bene, ora è il momento di sporcarsi davvero le mani con il business manager.

Ecco gli step che dovresti seguire:

  • Dalla sezione “Pubblico” analizza i pubblici personalizzati che sono già stati creati e aggiungi quelli che dalle analisi precedenti sai che vorresti utilizzare ma che mancano
  • Vai su “Gestione inserzioni” e sintetizza su un foglio excel la struttura attuale dell’account. Se chi c’era prima non aveva un minimo di senno la naming convention di aiuterà.
  • Apri la sezione di reportistica e inizia ad aggregare i dati sfruttando i dettagli personalizzati. Analizza gli andamenti temporali delle principali metriche e confronta diverse finestre di attribuzione.

Soprattutto il secondo punto ti sarà davvero utile per avere una sintesi chiara sopra quale costruire la nuova struttura dell’account.

Ecco un esempio per darti un’idea di massima di come dovrebbe essere.

Conclusioni

Il setup del lavoro su un nuovo account è un momento estremamente delicato che cuba tantissimo effort. Ottimizzarlo significa risparmiare tempo, risorse e ottenere risultati migliori.

Per farlo lo strumento delle checklist è senza dubbio fondamentale.

Costruiscine una coerente con il tuo metodo di lavoro e sintetizza tutto ciò che scopri in documenti word e file excel. Saranno la tua guida.

Una volta scoperto cosa funziona, cosa non funziona e cosa manca dovrai solo mettere a terra le modifiche che credi necessarie. Per farlo il mio consiglio è quello di adottare un approccio incrementale.

A parte rari e disperati casi, non ha senso stravolgere tutto dal principio. Inizia con il 20% delle modifiche che credi possano portarti l’impatto maggiore (principio di Pareto docet).

Direi che per questa domenica è tutto.

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Alla prossima!

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